di Aligi Taschera
Negli ultimi quattro anni, a partire dal gennaio del 2020, è successo di tutto.
A partire dalla città cinese di Wuhan (pare) si è diffusa una forma relativamente grave di influenza, dovuta a un coronavirus (poi denominato Sars-Cov2); tale forma influenzale aveva in Italia un grado di letalità (rapporto tra il numero delle infezioni e il numero dei morti) non trascurabile, pur se concentrata soprattutto nella fascia di età maggiore di sessant’anni, con una media di 79 anni, e una mediana di 81 (il che significa che la maggioranza dei casi letali si addensava attorno agli 81 anni, cioè non molto al di sotto della speranza di vita media).
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, in seguito a 4.129 decessi nel mondo intero, dichiarava all’inizio di marzo 2020 la pandemia.
La Cina, prima ancora che fossero chiariti i meccanismi di trasmissione e l’eziopatogenesi dei casi mortali, pensava bene di chiudere in casa gli abitanti della città di Wuhan, per impedire il diffondersi della cosiddetta pandemia, che, però, giungeva nel frattempo in Italia.
Qui il governo Conte II (alleanza 5Stelle – PD), con il suo ministro della salute Roberto Speranza, agli inizi di marzo pensava bene superare di gran lunga la Cina (normalmente esecrata come esempio inaccettabile di dittatura totalitaria) e, invece di chiudere in casa un’intera città (per quanto abitata da 11.000.000 di abitanti) ha chiuso in casa un’intera nazione di circa 60.000.000. di abitanti (l’Italia).
Gli altri paesi europei, e quasi tutti i paesi del mondo, finivano per imitare l’Italia, anche se spesso con provvedimenti un pochettino meno drastici.
Nel contempo lo stesso ministro emanava delle linee guida (protocolli), che sconsigliavano pesantemente di effettuare autopsie sui deceduti per la malattia denominata Covid 19 (la malattia provocata dal virus Sars-Cov 2), sconsigliavano cioè pesantemente di indagare sulla patologia causata dal Sars-Cov 2 che portava alla morte. In assenza di dati sulle cause di morte e sulla genesi della patologia mortale provocata dal Sars-Cov 2, gli stessi protocolli, emanati sempre dallo stesso ministero, guidato da Roberto Speranza, stabilivano come modalità di intervento “tachipirina e vigile attesa”.
In altri termini, si ordinava ai medici di non curare, di non intervenire, ma di prescrivere a distanza il paracetamolo (nome commerciale in Italia Tachipirina) e di attendere gli eventi; in caso di crisi respiratoria si doveva provvedere al ricovero in ospedale con insufflazione di ossigeno: se poi il paziente moriva, tanto peggio per lui; doveva morire in solitudine, perché si riteneva che la malattia fosse troppo grave ed infettiva per permettere un estremo saluto delle persone care, e si provvedeva alla sepoltura senza nemmeno un’acconcia cerimonia funebre.
Nel frattempo, però, qualche medico coraggioso provvedeva ad effettuare autopsie, arrivando alla conclusione che la causa di morte non era polmonite, ma trombosi intravascolare disseminata; altri medici coraggiosi, basandosi su questi dati e sull’esperienza della SarsCov 1, elaboravano e sperimentavano in tutta Europa (e non solo) cure efficaci per la malattia Covid 19, che si rivelava curabile, purché il medico intervenisse attivamente e precocemente, cioè entro i primi tre o quattro giorni dalla prima manifestazione dei sintomi.
Come è noto tali medici sono stati sbugiardati, sbeffeggiati e talvolta anche perseguitati, se è vero, come è vero, che molti di loro sono stati sospesi dall’ordine, e alcuni addirittura radiati.
Una menzione particolare va qui fatta al dottor De Donno, inventore della promettentissima terapia al plasma iperimmune, morto suicida. Si ritiene comunemente che il suo suicidio sia stato dovuto al disconoscimento della sua terapia e al sostanziale isolamento nel quale era stato lasciato; ma il dubbio che sia stato suicidato perché la sua promettente terapia poteva mettere in crisi interessi plurimiliardari resta.
Nel frattempo, però, sia il ministero che tutti gli organi di comunicazione di massa si affannavano a confermare la tesi dell’estrema pericolosità e dell’incurabilità del virus, ed una serie di virologi si affollavano nelle televisioni e nei giornali per ribadire l’inesistenza di cure, l’estrema pericolosità del virus, e per sostenere che l’unico rimedio era il confinamento, il distanziamento delle persone e l’uso delle mascherine, in attesa di un futuro salvifico vaccino.
Contemporaneamente ci veniva raccontato che il virus era originario dei pipistrelli, e che era saltato dal pipistrello all’uomo nel mercato di Whuan. A quanto pare, nonostante ristoranti cinesi siano diffusi ovunque, i cinesi sono ancora ritenuti abbastanza strani da esser credibile che in un mercato cinese si vendano pipistrelli a scopo alimentare.
Ma non basta.
Siccome è piuttosto difficile capire come faccia un virus dei pipistrelli ad infettare direttamente esseri umani (per giunta al mercato), ci è stato detto che il salto non era stato diretto, ma il virus era passato dal pipistrello al pangolino, e dal pangolino all’uomo.
Non che la cosa risultasse più chiara e convincente (i cinesi sono così strani da mangiarsi i pangolini oltre ai pipistrelli, e anche venderli al mercato? E li vendono vivi? Oppure il salto di specie è avvenuto tra animali morti?), ma la gente ci ha generalmente creduto.
Nessuno ci informava del fatto inquietante che a Wuhan si trova un laboratorio di massima sicurezza (livello 4) dove cinesi e americani (e in precedenza anche i francesi) collaboravano in ricerche di “gain of function”: dove si studia, cioè, come rendere più letale e più infettivo un virus.
Nel frattempo, però, due ricercatori indiani pubblicavano una ricerca dove sostenevano che il virus non era naturale: si trattava di un virus creato in laboratorio. Venivano screditati e ridicolizzati al punto che ritiravano la loro ricerca.
Ma a quel punto interviene il rompiscatole di turno: Luc Montagner, già premio Nobel per la medicina, non propriamente uno sprovveduto.
Montagner mostra che nella sequenza di nucleotidi che costituiscono lo RNA del virus c’è una sottosequenza che si trova nel virus HIV (il virus che provoca l’Aids), virus a Montagner ben noto, dato che il premio Nobel gli era stato conferito proprio per averlo scoperto. Con l’aiuto di un matematico, mostra che la probabilità che un virus del genere si evolva naturalmente è talmente bassa, da essere molto più credibile l’ipotesi che il virus sia stato creato in qualche laboratorio, nel contesto delle ricerche di gain of function.
Più di un anno dopo Anthony Fauci, onnipotente virologo direttore del National Institute for Allergy and Infectuous Deseases, e poi consigliere del presidente degli Stati Uniti, riconosceva come non infondata l’ipotesi della nascita del Sars-Cov 2 in laboratorio, e nel 2023 in Italia il prof. Giorgio Palù, allora presidente dell’Aifa, sosteneva esattamente ciò che Montagner aveva sostenuto circa tre anni prima. Ma al momento si fa di tutto per gettare il discredito su Montagner, che avendo passato gli 80 anni, viene presentato come un vecchio rimbecillito.
Contestualmente la scienza, da metodo essenzialmente critico per elaborare conoscenze capaci di autocorreggersi per mezzo del confronto coi dati sperimentali e la discussione, viene trasformata in una specie di religione dogmatica, che propone come verità indiscutibili le affermazioni fatte dagli appartenenti alla casta sacerdotale degli scienziati, riconosciuti come tali dalle autorità politiche e dai mezzi di comunicazione di massa.
La politica del discredito usata contro Montagner accompagnerà tutta la vicenda del Covid 19, e non si fermerà lì.
Ricorrere apertamente alla censura è disdicevole e poco praticabile. Disdicevole perché un aperto ricorso alla censura rivelerebbe la natura autoritaria e antidemocratica del potere e fomenterebbe una possibile opposizione; poco praticabile perché nell’era di internet, per quanto i grandi social media multinazionali siano controllati e possano controllare le informazioni che girano, non è possibile controllare e censurare tutto il World Wide Web (Internet). Perciò si inventa una nuova istituzione inedita: il “fact checking”.
Si inventa una strana figura, il controllore dei fatti (fact checker) (dichiarato rigorosamente indipendente da aziende che fatturano miliardi su miliardi e che sono dunque in grado di corrompere interi governi) incaricato di stabilire quali informazioni corrispondano ai fatti e quali no; figura divina, dato che dovrebbe sapere esattamente quali fatti sussistano e quali no.
L’intera popolazione mondiale (o quasi) viene ridotta allo stato di minorità, ridotta, come i bambini, a credere solo all’autorità genitoriale (le fonti governative e la stampa ufficiale) e a non prendere in considerazione le affermazioni degli estranei alla famiglia (opinioni diverse da quelle proposte dalle autorità governative e dai mezzi di comunicazione di massa ufficiali, fossero anche le opinioni di un premio Nobel per la medicina).
Qualsiasi opinione o ipotesi scientifica diversa da quelle sostenute dall’OMS, dai governi e dai canali di informazione ufficiale viene screditata non solo dai controllori dei fatti, ma da etichette infamanti riesumate e diffuse ad hoc. Chi afferma che l’epidemia non è così grave come si sostiene, e per giunta è curabile, è un “negazionista”, e viene così accostato ai neonazisti che negano l’esistenza dell’Olocausto; chi fa notare che le politiche pandemiche non hanno adeguati fondamenti scientifici, e tuttavia danneggiano l’economia, arricchendo tuttavia solo alcune minoranze (come vedremo in seguito) è un “complottista”; chi esprime dubbi sulla sicurezza del siero genico inventato di lì a poco, e commercializzato come vaccino, o addirittura rifiuta di farselo inoculare, è un “no vax”.
A tutto questo si accompagna una vera e propria campagna d’odio contro “negazionisti”, “complottisti” e poi “no vax”, basata sulla istigazione a delinquere attraverso i mass media. Virologi televisivi e personaggi noti della televisione incitano a trattare “complottisti” e “no vax” come sorci, a farne “poltiglia verde”, a farli soffrire con l’ago della siringa, e altre amenità di questo genere. Questo accanimento contro chi non concorda si spingerà a spezzare amicizie consolidate e perfino legami familiari.
Ma, parlando di “no vax” e di frattura di legami sociali ci siamo spinti un po’ troppo avanti. Riprendiamo perciò il filo temporale di quel che è successo.
Come è noto, a partire dal marzo 2020, oltre agli arresti domiciliari obbligatori per tutti i cittadini italiani, durati tre mesi, si sono chiuse anche le scuole (trasferendo l’attività didattica sul web, con la cosiddetta Didattica a Distanza, DAD), le attività commerciali e le filiere produttive (ad eccezione, ovviamente, della filiera alimentare e dei negozi alimentari, e anche della produzione di armi, che, per chi ci governa, sono a quanto pare indispensabili come il cibo). Le peggiori restrizioni vengono allentate parecchio con l’estate, ma di nuovo inasprite a partire dall’autunno 2020.
A partire dal 4 novembre 2020 viene introdotto l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto, viene introdotto il coprifuoco (che verrà mantenuto fino tutto il maggio 2021), le scuole vengono di nuovo chiuse, e chiusi cinema, teatri, biblioteche ed altre attività: le restrizioni vengono differenziate a seconda delle zone, e dei colori che alle diverse zone vengono assegnati.
Ovviamente la chiusura, totale o parziale, delle attività economiche, provoca notevoli danni all’economia, ma non di tutti. Per alcuni settori le restrizioni si rivelano una manna.
Solo in Italia nel 2020, secondo l’Istat, il P.I.L. cala dell’8,9% e secondo Confcommercio 390.000 imprese avrebbero chiuso, con conseguente perdita di posti di lavoro. Anche a livello mondiale si è assistito ad un grande incremento della disoccupazione e della fame cronica, che per la prima volta si è manifestata anche in aree del mondo ricco.
Ma, contemporaneamente, gli indici della concentrazione della ricchezza (indice di Gini, ricchezza netta dell’1% più ricco e del 10% più ricco) sono andati incontro ad aumenti senza precedenti, per lo meno nel XXI secolo.
Il patrimonio dei 10 miliardari più ricchi del mondo aumenta del 119%, superando il valore aggregato di 1500.000.000.000. (Millecinquecento miliardi) di dollari, oltre 6 volte lo stock di ricchezza netta del 40% più povero (dati Oxfam). A puro titolo di esempio, ricordiamo che il solo patrimonio di Jeff Bezos, il proprietario di Amazon, ha avuto nei primi 21 mesi della pandemia un incremento di 81,5 miliardi di dollari. Un’operazione perfetta di shock economy. L’obbligo di trasferire sul web un’enorme insieme di attività e relazioni che prima si svolgevano nel mondo reale ha determinato fortune mostruose di tutto il settore legato all’informatica e ad altre tecnologie relativamente nuove.
La popolazione di quasi tutto il mondo, in genere terrorizzata dall’idea di poter morire a settant’anni invece che a 81, si è lasciata rinchiudere e ridurre allo stato di minorità quasi senza fiatare, per lo meno fino alla primavera del 2021. I partiti che si definiscono di sinistra, invece di opporsi a questo sfacelo, che abbatteva il tenore di vita delle classi popolari, appoggiavano entusiasticamente e ferocemente queste politiche, inducendo i loro seguaci ad un’adesione fanatica.
In questo bel clima, alla fine di dicembre 2020 parte la campagna “vaccinale”.
Le maggiori multinazionali del farmaco, legate al nuovo settore delle biotecnologie, ovvero alle tecnologie di modificazione genetica (Pfizer, Moderna; AstraZeneca, Johnson & Johnson) hanno infatti preparato in fretta e furia un siero genico sperimentale.
Questo siero consiste fondamentalmente in una molecola di rna (che viene introdotta nell’organismo in modi diversi a seconda delle diverse case farmaceutiche) capace di indurre l’organismo nel quale viene introdotta a produrre la proteina “spike”, ossia la proteina che permette al virus di entrare nelle cellule. Si suppone che la proteina spike, autoprodotta dall’organismo nel quale viene introdotta, sia in grado di indurlo a produrre gli anticorpi per quella proteina.
In base all’idea (assolutamente falsa, ma generalmente creduta) che non esistano terapie efficaci contro il virus Sars-Cov 2, le varie agenzie di controllo dei farmaci (in particolare l’Italiana Aifa, l’europea Ema e l’americana Fda) approvano in via provvisoria il farmaco, anche se la sperimentazione non ha seguito tutte le fasi prescritte, non è stata condotta preventivamente sugli animali, e non si ha alcuna idea degli effetti del farmaco a medio e lungo termine.
Con tutta evidenza si tratta di un farmaco genico sperimentale e non di un vaccino, dato che non si usano virus attenuati per produrre la risposta immunitaria. Ma poco importa. Nell’estate (o primavera, non ricordo bene) del 2021 l’Organizzazione Mondiale della Sanità cambia la definizione di vaccino per adattarla al nuovo farmaco sperimentale.
Nonostante già nel settembre 2021 il sito Healthimpactnews, riassumendo i dati del sito Eudravigilance (il sito ufficiale dell’Ema dedicato alla vigilanza farmacologica), pubblicasse dati assolutamente allarmanti sugli effetti avversi da vaccino, a partire dall’autunno 2021 l’isteria vaccinale monta. In ottobre viene introdotto l’obbligo di inocularsi due dosi prima per tutto il personale della pubblica amministrazione, poi, in novembre, per tutto il personale sanitario,
Viene introdotto il “Green Pass”, una tessera verde che deve attestare l’avventa vaccinazione con almeno due dosi.
Il personale della pubblica amministrazione e il personale sanitario che non lo possiede viene sospeso dalle sue mansioni senza stipendio né alcuna forma di retribuzione (provvedimento senza precedenti: nemmeno al personale sospeso perché indiziato o condannato a piede libero per gravi reati si era negato il diritto al sostentamento); i professionisti del campo sanitario (ad es. medici e psicologi) vengono sospesi dai relativi ordini.
Ma, a quanto pare, introdurre un sistema ricattatorio per costringere alla pseudo-vaccinazione il personale della pubblica amministrazione e il personale sanitario non basta.
Dal 6-12-2021 il green pass “rafforzato” (due dosi) diventa necessario per accedere ai mezzi di trasporto pubblici, ai teatri, ai cinema, ai locali aperti al pubblico, a eventi sportivi e musicali e persino all’Università. Ma non basta ancora. Il 5-1-2022 viene introdotto l’obbligo vaccinale per tutti gli ultracinquantenni. Chi non ottempera all’obbligo è sottoposto ad una multa di cento euro, e, se lavoratore (cioè pressoché ogni ultracinquantenne non ancora in pensione), non potrà accedere al posto di lavoro.
Al danno si aggiunge la beffa: i lavoratori, costretti col ricatto ad inocularsi il farmaco genico sperimentale, devono sostenere di farlo liberamente. Infatti, prima dell’inoculazione, sono costretti a firmare una liberatoria nella quale di chiarano di accettare l’inoculazione essendo adeguatamente informati dei rischi connessi. Sono cioè costretti a dichiarare il falso. Del resto la falsità e la menzogna saranno la caratteristica di tutta l’era covid e post-covid, a partire dall’affermazione che il vaccino è sicuro ed efficace.
Talmente sicuro ed efficace che si innalza uno “scudo penale” a difesa di “vaccinatori” e produttori di vaccini. Vale a dire che “vaccinatori” e produttori di “vaccini” sono esentati da qualunque responsabilità penale per eventuali danni provocati dall’inoculazione del farmaco.
Ma qualche informazione compromettente sul farmaco potrebbe sempre diventare di pubblico dominio. Perciò si pensa bene di apporre il segreto militare sulla reale composizione dei farmaci e, come se non bastasse, i contratti di acquisto tra l’Unione Europea e le ditte produttrici dei farmaci stessi vengono in gran parte secretati, di modo che nemmeno i parlamentari europei possano consultarli integralmente.
E’ da ricordare a questo proposito che le trattative tra la presidente dell’Unione europea, Ursula von der Leyen, e l’amministratore delegato di Pfizer, che impegnavano l’Unione (e cioè i suoi cittadini) a trasferire a Pfizer svariati miliardi di euro, sono state condotte attraverso messaggini sul cellulare privato della von der Leyen, messaggini poi accuratamente cancellati.
E’ da ricordare, nel frattempo, che la probabilità dei minori di quarant’anni di contrarre una forma mortale della Covid 19 è nettamente inferiore a quella di morire per un incidente d’auto. Ed ecco che viene diffusa la menzogna, basata sull’identificazione della terapia genica con i vaccini, che il vaccino serva ad interrompere il contagio. Viene diffusa così l’idea che vaccinarsi sia un dovere morale per tutti, bambini compresi, E’ vero che i bambini e i giovani in genere corrono bassi rischi di ammalarsi, e rischi quasi nulli di morire a causa del virus, ma devono comunque vaccinarsi per salvare i loro nonni. Il presidente del consiglio Mario Draghi sosterrà in televisione che l’invito a non vaccinarsi è un invito a morire. E il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella dirà “non si invochi la libertà per sottrarsi al vaccino”; persino il Papa si allineerà a questa narrazione menzognera. Naturalmente, quando di fronte al Parlamento Europeo, un alto rappresentante della Pfizer (l’amministratore delegato, Albert Bourla, convocato dal parlamento, si era rifiutato di intervenire) dichiarerà, in risposta ad una precisa domanda, che il “vaccino” non era stato testato, e nemmeno progettato, per la capacità di interrompere la trasmissione del virus, i sunnominati personaggi, e tutti gli altri responsabili politici, non solo non chiederanno nemmeno scusa, ma faranno finta di non essersene nemmeno accorti.
Nel settembre 2021 il sito Healthimpactcare aveva aggregato i dati del sito Eudravigilance (il sito ufficiale dell’Ema (European Medicines Agency, Agenzia Europea dei Farmaci), di difficile lettura, perché riporta i dati separatamente per ogni tipo di “vaccino” e per ogni tipo di effetto avverso, rivelando dati allarmanti relativi all’area economica europea (dati ufficiali basati sulla vigilanza passiva, si noti bene): 24.526 morti e 2.317.495 danni collaterali, dei quali 1.126.869 gravi. Secondo questi dati, nella fascia tra 0 e 39 anni la probabilità di un effetto avverso grave o mortale da vaccino sarebbe stata notevolmente più alta dellamortalità da Covid 19. Su tutto questo, censura totale, mentre si va avanti imperterriti a spingere alla “vaccinazione” i giovani e perfino i bambini, in un crescendo assurdo e criminale, come abbiamo visto. La censura quasi totale e la cancellazione degli effetti avversi e delle persone da essi affette continua a tutt’oggi, con le lodevoli eccezioni del quotidiano “La Verità” (foglio evidentemente di destra) e del programma televisivo “Fuori dal Coro” su rete 4 (televisione del gruppo Mediaset, cioè di proprietà di Silvio Berlusconi, oggi buonanima).
Il fanatismo con cui la sedicente “sinistra” ha appoggiato e promosso le peggiori restrizioni con relative violazioni dei diritti fondamentali, per amore (si direbbe) dei profitti delle multinazionali del farmaco, sarebbe un altro capitolo da aprire, ma non possiamo far altro che limitarci a segnalarlo e prendere atto della sua esistenza, per non allungare oltre misura un articolo già abbastanza lungo.
E il popolo rinchiuso, infantilizzato e vessato, che ha fatto di fronte a tutto questo? Per tutto il 2020, assolutamente niente. In maggioranza ha aderito a tutte le restrizioni e le vessazioni, scagliandosi volentieri contro quei pochi che criticavano quel che accadeva, e che sollevavano dubbi sulla “narrazione” dominante. Solo nel 2021 iniziano a comparire proteste, dapprima timide e marginali, poi, via via, sempre più consistenti, organizzate da una miriade di gruppi nati spontaneamente, nonostante tutte le difficoltà e le restrizioni, contro le politiche pandemiche e quel che sta accadendo, proteste che diventano via via più rilevanti tra l’estate e l’autunno. Nasce dunque un movimento del dissenso, bollato dalla stampa come “no vax”, che viene trattato con durezza dalla stampa e dalle autorità, formato da una congerie di formazioni diverse, che hanno in comune il coraggio e la pervicacia di aver resistito alle imposizioni durante le politiche pandemiche, movimento che, nonostante tutti i tentativi di discredito e di repressione, è ancora attivo. Si tratta di un movimento fortemente eterogeneo, privo di una visione del mondo e di riferimenti comuni, che faticherà moltissimo a darsi strutture ed obiettivi comuni, come mostreranno le elezioni politiche del 25 settembre del 2022, ma che dimostrerà notevole vitalità, e si proporrà come unica base possibile per un tentativo di sovvertire le logiche antidemocratiche e autoritarie del nuovo capitalismo della sorveglianza, basato sulla convergenza delle nuove enormi imprese transnazionali del complesso informatico, del nuovo settore biotecnologico, dei servizi segreti e dei mezzi di comunicazione, sia tradizionali sia informatici.
Nel frattempo, dopo pochi mesi dalla nascita di questo movimento, ritorna in modo evidente la guerra in Europa. Nel febbraio 2022 la Russia riconosce le due repubbliche russe del Donbass, (La Repubblica di Donetsk e quella di Lugansk) e procede alla loro annessione, entrando con le sue truppe nei loro territori, appartenenti ufficialmente allo stato dell’Ucraina, e dunque invadendo ufficialmente territori Ucraini.
Immediatamente si ripete lo schema già inaugurato con la guerra al virus. Narrazione dei mezzi ufficiali di comunicazione di massa lacunosa o manifestamente falsa. Si ripete ossessivamente uno slogan che semplifica i fatti, cancellando fatti fondamentali: esiste un aggressore (la Russia) e un aggredito (l’Ucraina). Si omette costantemente di dire che l’Ucraina era già di fatto stata aggredita dal colpo di stato di piazza Maidan ordito dai servizi segreti angloamericani e coordinati da Victoria Nuland. Con il colpo di stato di Piazza Maidan il legittimo presidente Yanukovic, che aveva fermato il processo di avvicinamento dell’Ucraina all’Unione Europea (e di conseguenza alla Nato) era stato cacciato, e dopo un convulso periodo di transizione, si era giunti a nuove elezioni che avevano portato alla presidenza Poroshenko, favorevole all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea (e conseguentemente nella Nato). Si omette anche di ricordare che la guerra è di fatto in atto sempre dal 2014, quando, in seguito alle vessazioni antirusse promosse subito dopo la fuga di Yanukivic, le regioni russofone del Donbass proclamarono l’indipendenza, subendo attacchi militari da parte dell’Ucraina Si presenta l’Ucraina come baluardo della democrazia liberale, anche se il governo Ucraino ha proposto ed imposto come eroe nazionale Stepan Bandera, criminale nazista e collaborazionista durante la seconda guerra mondiale; dà abbondantissimo spazio e potere a battaglioni di volontari neonazisti, e mette fuori legge le opposizioni. Si è raccontato per mesi e mesi che la Russia era sull’orlo del tracollo, e dipinto Putin come un dittatore criminale inviso al suo popolo, che si sarebbe presto ribellato contro di lui. Di fatto la Russia, nonostante le sanzioni dell’occidente contro di lei, è in forte crescita economica, e Putin gode di un consenso di massa senza precedenti, e che nessun presidente europeo si sogna di avere. Si è fatto un ricorso alla censura che sfiora il ridicolo, se è vero, come è vero, che non solo si è impedito di esibirsi a grandi musicisti russi, ma si è arrivati a cancellare addirittura un corso universitario su uno dei giganti della letteratura mondiale: Fedor Dostoevskij. Si diffonde la propaganda di guerra, facendo credere che la Russia invaderà l’intera Europa se non viene fermata in Ucraina, per giustificare le enormi spese militari effettuate dagli europei per aiutare militarmente l’Ucraina, mentre l’Europa intera si impoverisce a causa della forzata rottura delle sue relazioni economiche con la Russia, voluta dagli americani, ed utile soltanto agli interessi delle élite di potere americane. Chi si oppone alla diffusione di queste menzogne ed è favorevole ad una politica di pace viene screditato ed isolato, esattamente come i “no vax”, venendo additato come amico di Putin.
Le analogie non sono casuali. Le politiche pandemiche sono state un esempio colossale di “shock econmy”, che ha permesso un immenso spostamento di ricchezze verso il settore informatico e biotecnologico contemporaneamente ad un aumento rilevantissimo del controllo della popolazione, ottenuto spostando una quantità enorme di relazioni interpersonali, economiche e politiche sul web. E’ stato un passo importantissimo nella realizzazione della IV rivoluzione industriale e del Great Reset, preconizzati da Klaus Schwab e dal Forum Economico Mondiale(W.E.F.).
Le élites che hanno realizzato con le politiche pandemiche un grande balzo in avanti di potere e di ricchezza hanno bisogno della permanenza di un mondo unipolare a guida americana per perpetuare il loro potere, e, possibilmente, aumentarlo ancora. Non possono tollerare l’esistenza di un paese (la Russia) in grado di resistere al potere degli stati uniti e fare da polo di attrazione per altri paesi emergenti, come già l’Unione Sovietica seppe essere un fondamentale punto d’appoggio per il movimento di decolonizzazione. Per questo vogliono sottometterla ad ogni costo, anche a costo di sfiorare la guerra nucleare. E intanto, in attesa dello scontro finale, permettono e fomentano l’allargamento della guerra in medio oriente, concorrendo di fatto al genocidio dei palestinesi, monito per qualunque popolo non si voglia adeguare completamente all’ordine da loro voluto, e perseguita gli studenti americani che quel genocidio vogliono fermare.
E’ vitale per il futuro dell’umanità fermare tutto questo.
Per questo è fondamentale unire le forze. Bisogna che chi vuole la pace capisca che non ci può essere pace, se non si comprendono, non si denunciano e non si combattono gli strapoteri che hanno fomentato le politiche pandemiche e le politiche autoritarie e liberticide nelle quali si sono articolate. E bisogna che chi vuole salvaguardare lo stato di diritto, i diritti di libertà e l’inviolabilità del corpo si impegni contro le politiche di guerra e la pretesa del cosiddetto occidente (cioè gli USA con i suoi servi) di dominare il mondo per mezzo della Nato.
Bisogna he i popoli d’Europa riconoscano che il loro interesse comune è la pace, e che inducano l’Europa (scavalcando l’Unione Europea) ad assumere il ruolo che le spetta: un ruolo autonomo di costruttrice di pace e di mediatrice tra le potenze belligeranti.
Ed è indispensabile proporre un’alternativa credibile alla prospettiva transumanista e imperialista con la quale le classi dirigenti euroamericane intendono rispondere alle sfide del momento storico presente, alternativa capace di costituire una continuità con i valori storici della sinistra: libertà, uguaglianza, giustizia sociale, dignità del lavoro, pace.