Dopo una introduzione generale al tema della nonviolenza in relazione alla situazione attuale, procediamo con la storia.

La nonviolenza politica di fatto nasce con Gandhi.
Nella prima parte della più ampia “lezione” dedicata a Gandhi, Aligi Taschera racconta i primi passi del Mahatma, in Sudafrica. L’attività politica, le prime disobbedienze, la fondazione del primo ashram, le leggi restrittive del 1906 contro gli indiani e le nuove campagne di disobbedienza civile con la distruzione pubblica dei lasciapassare imposti ai cittadini indiani.
Nel secondo video, Aligi Taschera prosegue il racconto delle iniziative di Gandhi in Sudafrica.
Mentre conduce le campagne di disobbedienza, Gandhi le sistematizza anche dal punto di vista teorico, coniando il termine “Satyagraha”. Nel 1914 si giunge alla vittoria, con il riconoscimento dei diritti degli indiani. Nello stesso anno, però, scoppia la Prima guerra mondiale e Gandhi, come ha fatto per la guerra boera, invita gli indiani che vivono in Inghilterra ad arruolarsi.
Tornato in India, organizza delle importanti lotte contadine, sulla base di attività sindacali e scioperi. Nel 1918, il Rowlatt act prolunga alcune dure misure restrittive: Gandhi proclama dunque una imponente campagna, che però interrompe dopo il massacro di Amritsar a opera degli inglesi.
La mobilitazione riprende poi all’insegna della totale non collaborazione, ma Gandhi la interrompe di nuovo, perché una folla inferocita uccide dei poliziotti: il popolo indiano secondo lui non è pronto per la nonviolenza. Passano ben sei anni prima che Gandhi riprenda la campagna.
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